Thursday, October 03, 2013

Un apostolo dei diritti umani


L’annunzio della chiusura dell’ufficio di aiuto giuridico della diocesi di San Salvador ha suscitato controversia in El Salvador, e anche certa riflessione sul impatto che Mons. Oscar Romero ha avuto nel ambito di diritti umani.  Col senno di poi, l’impatto che il piccolo ufficio legale aperto di Romero ha avuto è notevole.  Il lavoro del ufficio può essere accreditato per, tra altre cose, documentare e mettere in luce il massacro di El Mozote, indagare e documentare le attività degli squadroni della morte durante il conflitto salvadoregno, il montaggio della prova che ha risultato nella Relazione della Commissione della Verità delle Nazioni Unite per El Salvador nel 1993, e la denuncia di più di 50.000 casi di violazioni dei diritti umani in quel paese, tra cui sparizioni, torture e uccisioni extragiudiziarie (tra cui Mons. Romero).  Alunni notevoli dell’ufficio includono Florentín Meléndez, ora magistrato della camera costituzionale della Corte Suprema salvadoregna; Luis Ramírez, che è diventato un rappresentante delle Nazioni Unite; David Morales, l’attuale difensore civico dei diritti umani del governo salvadoregno; Roberto Cuéllar, ex Direttore Esecutivo dell’Istituto Interamericano dei Diritti Umani; e, naturalmente, Maria Julia Hernandez, il capo dell’ufficio, che è diventato campione dei diritti umani di fama internazionale.
Definendolo come un pioniere dei diritti umani in El Salvador, Roberto Cuéllar ha detto che “Vale la pena di sottolineare che Monsignor Romero ha cominciato ad utilizzare i principi generali del diritto e la dottrina dei diritti umani in un tempo in cui le convenzioni e patti internazionali erano ancora pochi e un’adeguata legislazione internazionale sui diritti umani non esisteva ancora”.  Cuéllar dichiara che “monsignor Romero è stato il primo difensore civico dei diritti umani che ha avuto il nostro paese”.  Cuéllar ricorda inoltre come Romero fornito indicazioni e leadership per giovani avvocati che hanno gestito i casi:
Naturalmente, Monseñor [Romero] non era un avvocato di formazione. Tuttavia, nel corso di questi tre anni, ho visto come si è svegliato e si è sviluppato il suo interesse per la legge, per trasformarlo in un intelligente e profondo ragionatore della logica giuridica. Spesso stava studiando la Costituzione, che in quegli anni fatidici era l’unico rimedio a disposizione della difesa del “diritto giusto”, come lo chiamava lui. Coloro che hanno lavorato nella Legal Aid dell’arcidiocesi, abbiamo ricevuto molti casi delle loro mani, con indicazioni personali di Monseñor [Romero], sulle possibili percorsi per incanalare e dirigere ogni caso.
Florentín Meléndez ricorda un’altra funzione importante che l’ufficio di assistenza legale ha adempiuto per Romero: la verifica della veridicità delle sue denunce.  Mons. Romero ha digerito le informazioni che arrivati l’ufficio giuridico per le omelie, per la parte degli eventi della settimana e le denunce. Stavamo raccogliendo prove. Come un notaio sono andato a legalizzare le testimonianze, effettuare visite sulle campi in cui apparivano i cadaveri, ricercare nelle carceri per il ‘scomparso’ della università ‘UCA’, della università nazionale o delli sindacati”.  Nello stesso senso, Roberto Cuéllar ha anche ricordato che Romero è stato “esigente in questioni legali, era rigoroso nella certezza dei fatti”.
L’Esortazione Apostolica «PASTORES GREGIS» di Giovanni Paolo II (scritta in parte da cardinale Bergoglio) dichiara che, “il Vescovo è il difensore dei diritti dell’uomo ... è difensore e padre dei poveri, è sollecito della giustizia e dei diritti umani”.  La sede arcivescovile di assistenza legale mostra come mons. Romero ha adempiuto quel ruolo.  Tanto così che una Corte Distrettuale degli Stati Uniti ha concluso che quando Romero è stato ucciso, “Il popolo ha stato privato del suo protettore”.  Doe v. Rafael Saravia, 348 F. Supp. 2d 1112, 1141 (E.D. Cal. 2004).  La corte ha continuato a dire che, “Per molti, il suo ruolo di ‘voce dei senza voce,’ voleva dire che era la loro unica protezione contro l’attacco”.  Roberto Cuéllar loda Romero come “un apostolo dei diritti umani”.


Post Datum

Mons. Ricardo Urioste, vicario generale di Mons. Romero e uno dei suoi più stretti collaboratori, ora presidente della Fundación Romero, dichiara a Vatican Insider che non ritiene “che la situazione che si è creata danneggi il processo” di beatificazione. La chiusura non sembra essere al di fuori della gamma di azioni di arcivescovi precedenti. Ad esempio, l’Arcivescovo Arturo Rivera Damas istituito “Tutela Legal” proprio dopo la chiusura del “Socorro Juridico” che Mons. Romero aveva stabilito, quando Rivera ha voluto imporre una linea più “moderato” del’lavoro dei diritti umani dell’arcidiocesi. Mons. Fernando Sáenz Lacalle anche suscitato polemiche respingendo un avvocato principale di Tutela Legale (David Morales), anche per le differenze di direzione. L’attenzione che la chiusura ha generato è incoraggiante nel senso che mette in evidenza la grande consapevolezza che è stato suscitato nel campo dei diritti umani in El Salvador, che ci permette di pensare che la crisi sarà diffusa quando tutte le parti affrontano la questione con riflessione.
 

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