Wednesday, February 03, 2016

Un anno dopo il decreto di martirio


 
BEATIFICAZIONE DI MONSIGNOR ROMERO, 23 MAGGIO 2015
 

Un anno fa Papa Francesco ha approvato il decreto chericonosce il martirio di Mons. Oscar Romero, una pietra miliare sia per la società salvadoregna, per l’identità della Chiesa in America Latina, e per il concetto di martirio e santità nella Chiesa Universale.

[Il significato di Romero]

Era un Martedì 3 Febbraio. Il mese scorso, i teologi del Vaticano avevano approvato all’unanimità riconoscere Romero come martire e il postulatore della causa, Mons. Vincenzo Paglia, aveva manovrato per mettere l’archivio di Romero tra i tre sacerdoti uccisi da Sendero Luminoso in Perù per essere considerato il 3 febbraio dalla commissione di cardinali e vescovi della congregazione dei santi. È inaudito passare dai teologi ai cardinali così in fretta, perché di solito ci vogliono un paio di mesi, ma non sarebbe questa la unica accelerazione. Dopo l’approvazione dei cardinali il Martedì, ci si aspettava di consegnare il decreto al Papa quel Giovedi, ma il Pontefice ha chiesto di riceverlo al più presto, lo stesso giorno.
I riverberi si sono fatti sentire soprattutto in El Salvador, dove la dichiarazione che Romero è stato ucciso “in odio alla fede” viene immediatamente interpretata come un forte rimprovero contro le forze di destra accusati del omicidio, soprattutto Roberto D’Aubuisson, il fondatore del partito ARENA, accusato di essere l’autore intellettuale del delitto. Hano caduti su di lui i commenti del cardinale Angelo Amato nella sua omelia di beatificazione, quando ha detto: “Se i suoi persecutori sono spariti nell’ombra dell’oblio e della morte, la memoria di Romero invece continua a essere viva e a dare conforto a tutti i derelitti e gli emarginati della terra”. Il decreto Vaticano anche spruzzato molti altri, per esempio, il recentemente scomparso ex presidente Francisco Flores, uno dei più opposto alla beatificazione secondo fonti vicine al processo.
I riverberi si sono fatti sentire anche da parte della Chiesa Latinoamericana. Come ha commentato il vaticanista Luis Badilla, la rivendicazione di Romero ha coinvolto le “grandi verità che segneranno profondamente per sempre l’anima cattolica dei popoli latinoamericani. Sono verità che oggi hanno risuonato nei palazzi dove mons. Romero non sempre fu ben accolto e dove non sempre trovò la consolazione e il sostegno che meritava”. Romero aveva risposto a una chiamata che ha avuto origine negli stessi vescovi latino-americani a curare con maggiore attenzione la giustizia sociale, ma quando Romero è stato esposto in quest’ambito, è stato lasciato senza protezione. “Si sa, è storia vera, la Chiesa spesso ha trattato male i suoi figli migliori”, ha detto Badilla. Il riconoscimento a Romero, anche se in ritardo, ha servito a giustiziere la sua figura: “Oggi, il martire arcivescovo di San Salvador, ha compiuto il suo ciclo celeste”.
Infine, Romero ha servito a ricordare tutta la Chiesa su quella idea radicale del Vangelo che veramente non c’è amore più grande che dare la vita per gli altri. Tale principio è stato al centro di una recente omelia di Mons. Gustavo Rodríguez, Arcivescovo di Yucatan, Messico, sul Beato Romero.  Chiudendo un seminario sulla giustizia e la pace della Conferenza Episcopale Latinoamericana (CELAM), monsignor Rodriguez ha detto: “Con la beatificazione, monsignor Romero dovrebbe continuare nel cielo con la missione che aveva nella terra: curare e badare, attraverso la sua intercessione, di cui ancora continuiamo qui in questo valle di lacrime; ma ora non solo quelli in El Salvador, ma tutti coloro che lavorano per la pace e la giustizia nel mondo”. Meditatando sul tema del seminario, ‘Una Chiesa in uscita, povera per i poveri’, Mons. Rodriguez ha detto che il Beato Romero “ci ispira nella nostra fede e speranza e ci incoraggia a continuare a lottare per i poveri di questo mondo, perché abbiamo ancora molto vita da offrire”.
Dopo l’approvazione del decreto, Mons. Romero è stato beatificato il 23 maggio dello scorso anno nella più grande beatificazione non papale nella storia.

No comments: