BEATIFICAZIONE
DI MONSIGNOR ROMERO, 23 MAGGIO 2015
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La Corte Suprema di El Salvador ha dichiarato incostituzionale
la legge di amnistia del 1993 che impedisce il perseguimento dei crimini di
guerra commessi durante la guerra civile in El Salvador. La sentenza apre la
porta per eventuali azioni penali di crimini contro l’umanità, tra cui quella
del Beato Oscar Romero, il più noto degli oltre 75.000 civili uccisi tra il
1980 e il 1992.
Un comunicato stampa rilasciato insieme con la sentenza
fa riferimento ad una relazione della Commissione per la Verità delle Nazioni
Unite di1993 analizzando numerosi
crimini, e afferma che questi crimini non sono prescritti, “così come altri di pari o maggiore serietà e
importanza, che potrebbe essere attribuiti a entrambe le parti (le forze armate
e la guerriglia), e che sono oggetto di indagine e perseguimento da parte delle
autorità competenti”. Di
conseguenza, tra i casi che ora potrebbero essere perseguiti è il l’assassinio
di Romero il 24 marzo 1980, che la Commissione della Verità definito “un caso illustrativo”.
Il caso Romero è anche “illustrativo” di come la legge di amnistia ha formalizzato una politica ufficiale did non indagare.
Il caso Romero è anche “illustrativo” di come la legge di amnistia ha formalizzato una politica ufficiale did non indagare.
Nelle ore e nei giorni successivi l’assassinio, il
giudice Atilio Ramírez Amaya, il Giudice penale del Quarto Tribunale a San
Salvador, ha tentato di effettuare una seria indagine del crimine, ma ha stato
attivamente ostacolato dalla polizia e altri funzionari del governo. Il giudice
Ramirez è stato sorpreso dal fatto che i funzionari di polizia non lo chiamano
la notte del delitto, secondo le regole, così è andato solo in ospedale dove
era stato esaminato il corpo di Romero. Fu sorpreso di non trovare alcuna
presenza della polizia quando è arrivato lì. Ha chiesto al suo segretario di
chiamare la polizia. Non sono mai venute.
Dopo l’autopsia, il giudice ha chiesto il suo segretario,
ancora una volta telefonare alla polizia di venire a raccogliere le prove dall’ospedale,
tra cui frammenti di proiettile trovati nel corpo di Romero. Ma non sono venuti.
A tarda notte, il giudice chiamato la polizia ad
accompagnarlo sulla scena del crimine per cercare e raccogliere prove. Ma non hanno
risposto. Il giudice Ramirez è stato costretto a trasportare il sensibile materiale
alla sua casa, al fine di preservarlo. La polizia non si è presentato sulla
scena del crimine fino a quattro giorni dopo l’assassinio, e non hanno raccolto
prove lì, né fornisce alcuna al giudice istruttore. Le conclusioni del giudice
Ramireznon sono state incorporate nel rapporto ufficiale e le radiografie
autopsia "scomparsi" dal file ufficiale.
Il 25 marzo, il giudice Ramirez ha ricevuto minacce di
morte anonime. Il 27 marzo, due uomini sono arrivati a casa sua, hanno ottenuto
l’ingresso in casa e hanno sparato a Ramirez con un’arma automatica. Hanno
sparato la sua governante. Giudice Ramirez respinto l’attacco con una pistola.
Hanno lasciato in una macchina, mentre sospetti sconosciuti camminavano sul
tetto della sua casa. I vicini osservati auto della polizia parcheggiate nelle
vicinanze, ignorando la scena.
Il giorno successivo, il giudice Ramirez si è dimesso la
sua posizione e ha lasciato El Salvador. La Commissione della Verità concluse
che “ci sono prove sufficienti che il attentato
fallito contro [giudice Ramirez] è
stato un deliberato tentativo di impedire gli indagini del caso”.
Nel maggio del 1980, l’esercito salvadoregno fatto
irruzione in una casa colonica in cui Roberto D’Aubuisson e diversi
collaboratori sono stati riuniti. Hanno arrestato D’Aubuisson, e hanno
confiscato documenti sulla programmazione del assassinio Romero. Ma i detenuti
sono stati rilasciati subito dopo che i militari hanno intervenuti con la
giunta militare-civile al governo allora del paese.
Vari altri tentativi furtivi di perseguire D’Aubuisson ed i suoi amici sono stati allo stesso modo ostacolati nel corso del 1980. Nel 1987, gli Stati Uniti anche catturato uno dei cospiratori ed stavano pronto a estradarlo per il procedimento penale, ma le autorità salvadoregne hanno respinto le accuse e gli Stati Uniti è stato costretto a liberarlo. L’entrata in vigore della legge di amnistia del 1993, giorni dopo che la Commissione Verità ha individuato D’Aubuisson come la mente dell’assassinio Romero, finalmente frustrato tutto sforzo per consegnarlo alla giustizia.
Vari altri tentativi furtivi di perseguire D’Aubuisson ed i suoi amici sono stati allo stesso modo ostacolati nel corso del 1980. Nel 1987, gli Stati Uniti anche catturato uno dei cospiratori ed stavano pronto a estradarlo per il procedimento penale, ma le autorità salvadoregne hanno respinto le accuse e gli Stati Uniti è stato costretto a liberarlo. L’entrata in vigore della legge di amnistia del 1993, giorni dopo che la Commissione Verità ha individuato D’Aubuisson come la mente dell’assassinio Romero, finalmente frustrato tutto sforzo per consegnarlo alla giustizia.
Già nel 1980, la Legal Aid arcidiocesana fu perquisita
dalla Polizia Nazionale nel luglio dello stesso anno ed i file relativi alla
indagine dell’Ufficio dell’assassinio sono stati rimossi, per non essere mai
più visto. Gli avvocati dello staff che stavano lavorando sul caso ricevuto
minacce di morte e sono stati costretti a fuggire dal paese.
In particolare, uno di quegli avvocati era Florentin
Melendez, che ora fa parte della Camera costituzionale della Corte Suprema
salvadoregna ed è stato uno dei magistrati che hanno firmato il decreto
incostituzionalità.
Forse ora che il paesaggio è cambiato in modo così
drammatico, ci possono essere finalmente giustizia per le vittime, tra cui il Beato Romero. In una lettera pastorale pubblicata prima quest’anno, l’attuale arcivescovo di San Salvador ha chiesto proprio questo.
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